LETTERATURA STRANIERA

“I misteri di Udolpho” di Ann Radcliffe

Trama in sintesi

Nella Francia del 1584 la giovane Emily St. Aubert, rimasta orfana di entrambi i genitori, viene rinchiusa dalla zia Madame Cheron e dal suo compagno nel tenebroso castello di Udolpho. Iniziano dunque per lei una serie di avventure che metteranno a dura prova la sua capacità di affrontare situazioni difficili.

Commento

“Fino a che avrò Udolpho da leggere, mi sentirò come se nulla potesse rendermi infelice”. Con queste parole Jane Austen commentava il suo rapporto con il fortunato romanzo della Radcliffe. Effettivamente le mille pagine e più del romanzo inglese scorrono con grande rapidità e diventano quasi un compagno di viaggio nelle giornate del lettore. Non so se sia l’effetto della traduzione italiana di Vittoria Sanna, ma lo stile del romanzo, caratterizzato dalla dovizia di dettagli e di descrizioni di situazioni anche piuttosto quotidiane rendono il romanzo piacevole. 

La struttura prevede 4 libri ciascuno dei quali si compone di svariati capitoli introdotti da una citazione tratta da testi poetici o drammaturgici. La stessa narrazione si interrompe per dare spazio a inserti di poesia composta o letta dai vari personaggi. 

Le vicissitudini della giovane Emily dalla Francia all’Italia appaiono velate di un senso di mistero, in quanto eventi più o meno soprannaturali fanno la loro comparsa, soprattutto durante la permanenza della ragazza nel castello di Udolpho, che appunto dà il titolo al romanzo. Accanto a questo elemento “dark” l’autrice riesce a raccontare ogni singolo pensiero o azione dei personaggi, non mancando mai di inserire dettagli e sfumature, anche relative all’ambiente dove si svolge la vicenda. Questo ovviamente conferisce una naturale verosimiglianza al romanzo, al netto di qualche approssimazione su elementi geografici o botanici (ad esempio quando l’autrice colloca i pini su Appennini e Pirenei). Si può intendere il romanzo come una sorta di romanzo di formazione, dove sembrano apparire spunti di carattere autobiografico.

Forse non si può dire che il romanzo incuta un reale spavento, ma certo è antesignano del genere gotico, anche se le vicende surreali vengono spesso spiegate razionalmente. I personaggi sono inoltre tendenzialmente o positivi o negativi, e l’autrice cerca di tratteggiarne le caratteristiche in modo preciso, senza dare molto spazio a sfumature.

All’interno del romanzo troviamo alcuni “tipi” caratteriali: la ragazza giovane e sensibile piena di valori, di cui Emily rappresenta un esempio, la matrigna superficiale e capricciosa, il patrigno malvagio e senza scrupoli, il padre amorevole e saggio, la servitrice fedele e chiacchierona, la nobildonna bella e sfortunata ecc.

Anche i luoghi sembrano ripetersi: il castello misterioso pieno di stanze chiuse è presente in Italia e allo stesso modo in Francia e in entrambe le location si percepiscono musiche la cui provenienza appare inizialmente soprannaturale.

Il soprannaturale tuttavia non resiste, nel senso che infine l’autrice spiega tutti gli enigmi in modo razionale, pertanto il messaggio dell’autrice è piuttosto chiaro e forse l’obiettivo vero del romanzo non è solo generare paura nel lettore, ma mostrare che alla fine il bene prevale sul male, come sembra dirci lei stessa alla fine della narrazione:

Vediamo che il finale del romanzo offre una morale semplice ma calzante rispetto all’intenzione dell’autrice e al suo stile di scrittura:

Sì! E il mio augurio è che possa servire a qualcosa avere mostrato che, anche se a volte i malvagi possono accumulare le afflizioni sui buoni, il loro potere è transitorio e il loro castigo sicuro; e che l’innocenza, benché oppressa dall’ingiustizia, trionferà in ultimo sulla sventura, purché sostenuta dalla pazienza!

Mi sono spaventata leggendo Udolpho? Non direi, come accennavo prima il romanzo è una compagnia piacevole e gli elementi più noir sono mitigati da uno stile descrittivo che spiega ogni aspetto, anche quello più misterioso. 

Trama in dettaglio

Nella quiete della Guascogna, sulle sponde della Garonna, si svolge la tranquilla e lieta vita della famiglia di St. Aubert e della moglie. Persi gli altri figli, conducono una serena esistenza immersi nella natura e nello studio, educando ai loro valori la figlia Emily. Purtroppo un evento distrugge la quiete della famiglia: la morte della madre, che getta il resto della famiglia in uno stato di profonda tristezza.

Emily e il padre partono per un viaggio dalla Linguadoca per raggiungere la regione del Roussillon, nella Francia meridionale, verso i Pirenei. Durante il viaggio conoscono un giovane uomo solitario, di nome Valancourt, con cui iniziano un rapporto di amicizia e che li accompagnerà nel restante tragitto tra luoghi suggestivi e anche pericolosi. Nasce un’intesa speciale tra Emily e Valancourt, che il padre osserva con tenerezza, ma che viene interrotta dalla decisione del giovane di lasciare la compagnia per prendere un’altra strada.

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Quando Emily, il padre e il conducente della carrozza Michael arrivano nella città di Perpignan, sui Pirenei, Aubert riceve cattive notizie dal cognato M. Quesnel: a quanto pare l’amministratore delle sostanze di St. Aubert ha commesso qualche errore indebitandosi e riducendo anche il patrimonio di Aubert stesso. Oltre a questo, nel prosieguo del viaggio la condizione di salute del padre di Emily peggiora sensibilmente e la compagnia riceve assistenza fortuita da una famiglia di contadini residente vicino a un misterioso castello. Lì St. Aubert muore, non prima di aver fatto delle raccomandazioni ad Emily: in un punto segreto del castello di La Valllée, loro residenza, vi sono delle carte che devono essere bruciate senza essere esaminate; inoltre la giovane potrà disporre di 200 luigi d’oro nascosti lì. Infine sino alla maggiore età la ragazza sarà sotto la tutela della sorella di Aubert, M.me Cheron.

Tornata a La Vallée, la ragazza riceve la visita di Valancourt, che le confessa i suoi sentimenti. Arrivata la zia M.me Cheron, il giovane lascia rapidamente il castello. La zia si dimostra subito poco sensibile e redarguisce Emily per questo incontro non autorizzato dalla famiglia. Emily racconta l’accaduto, ma M.me Cheron mostra di non apprezzare il giovane, in quanto figlio cadetto, reputandolo uno spiantato. L’indomani Emily dovrà lasciare il suo castello per recarsi a Tolosa con la nuova tutrice.

La zia si dimostra subito poco empatica e sgradevole con la giovane, negandole anche ogni tipo di contatto con Valancourt e rifiutando la richiesta di matrimonio del ragazzo.

In seguito, saputo delle parentele di lui con una nobildonna del luogo, acconsente al matrimonio. Quando però la donna sposa un italiano di misteriosa origine, Montoni, cambia nuovamente idea dando seguito al desiderio del marito e proibisce il matrimonio della nipote, imponendole di seguirli in Italia. Ovviamente l’impossibilità di sposare Valancourt e la prospettiva di non vederlo mai più gettano Emily in un profondo stato di malinconia.

La vita a Venezia con Montoni e sua zia scorre tra nuove conoscenze e nostalgia del passato; la giovane ben presto si rende conto che Montoni ha sposato sua zia credendo di fare un matrimonio di convenienza, ma si ritrova deluso quando capisce la reale situazione economica della moglie. In effetti non aveva nutrito mai reali sentimenti di affetto o di stima per lei. Emily viene corteggiata da un amico di Montoni, il conte Morano, che ovviamente gli zii preferiscono come partito per il matrimonio di Emily medesima. Sia Montoni che Quesnay, incontrato in Italia, sono molto duri nell’affermare l’importanza economica di un matrimonio di Emily con il conte: a nulla valgono le proteste della giovane, obbligata a contrarre il matrimonio,

Tuttavia, proprio il giorno del matrimonio, gli zii, senza dare spiegazioni, obbligano la giovane a partire con loro verso Udolfo, il castello negli Appennini di proprietà di Montoni. Lì la giovane apprende che la signora Laurentini, una nobildonna che viveva nel castello ed era amata da Montoni, è scomparsa anni addietro, anche se qualcuno giura di averne visto lo spirito aggirarsi nel sinistro edificio…

Una sera Morano fa irruzione in camera di Emily e le racconta che Montoni fu scorretto nel non consentire il matrimonio nonostante la parola data, poiché intendeva dare la nipote in sposa per ottenerne un maggior vantaggio economico. Morano chiede ad Emily di fuggire con lui, dipingendo Montoni come un uomo senza scrupoli. Questo ultimo però scopre l’irruzione di Morano e lo sfida a duello.

Emily viene inoltre a sapere dalla zia che Montoni non possiede le ricchezze che lei credeva ed è pieno di debiti. Infine Montoni stesso racconta agli amici in visita della vicenda della signora Laurentini, sua lontana parente che aveva respinto il suo corteggiamento. La donna era poi caduta in depressione e morta suicida, a detta di Montoni; dopo la morte della donna il castello andò in eredità proprio a Montoni. Nel racconto di questa vicenda si odono delle strane voci nella stanza, fatto che turba non poco il rigido proprietario del castello . 

I rapporti tra i due coniugi sono molto tesi a causa di problematiche di carattere economico che madame Montoni viene a scoprire in relazione al marito; questi vorrebbe che  la moglie gli cedesse la sua proprietà in Francia ma la donna rifiuta recisamente. In seguito ad un tentativo di avvelenamento ai suoi danni, Montoni pensa che la moglie sia coinvolta e la fa chiudere in un’ala del castello, Dopo varie vicissitudini Emily riesce a rivedere la zia che trova però malata e quasi in fin di vita, ne chiede perciò a Montoni il trasferimento. Infine la zia morrà, ma Emily non accetta di cederne le proprietà a Montoni, il quale al contrario asserisce che gli spettano in quanto marito. Emily pensa che le proprietà della zia potranno essere per lei in futuro un elemento di supporto economico e che potranno favorire il rapporto con Valancourt.

Emily al castello è continuamente spaventata da presenze che le sembrano non umane; in particolare le pare di udire spesso una musica dolce. Ad un tratto si illude che questa presenza possa essere Valancourt, e domanda alla sua cameriera Annette se vi siano prigionieri nell’edificio, ma non ottiene una risposta certa.

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Al castello sono presenti, protetti da Montoni, gruppi di condottieri, professionisti tanto della guerra quanto del saccheggio. Quando Emily teme il peggio dal suo ziastro a causa del rifiuto a firmare dei documenti per il possesso delle proprietà della zia in Francia, ecco che accade un fatto nuovo: il castello sta per essere assediato, dunque Emily, su richiesta di Montoni, viene trasferita in un luogo non precisato in Toscana. Lei stessa si chiede quale orribile sorte la attenda, ma non capisce perché le sia stato risparmiato il rischio di un assedio nemico se l’obbiettivo di Montoni è vendicarsi di lei.

Quando il pericolo cessa Emily torna al castello e pur di poter ripartire cede le sue proprietà a Montoni, il quale però non mantiene la promessa di libertà fattale in precedenza.

Incontrato un prigioniero francese di lei invaghito, Du Pont, inizialmente scambiato per Valancourt in seguito ad un equivoco, fugge dal castello insieme a lui, alla cameriera Annette e a un altro servitore, Ludovico. Peregrinando attraverso l’Italia, si imbarcano a Livorno e raggiungono la Francia, dove vengono aiutati in seguito a un naufragio, dal conte de Villefort, il nobiluomo che aveva ereditato i beni del marchese de Villeroi, situati nei pressi del monastero di St. Claire. Ospite del conte, Emily incontra finalmente Valancourt, ma venuta a sapere della sua condotta dissipata decide di interrompere i suoi rapporti con lui.

Nel frattempo scopre che la marchesa, ovvero la precedente proprietaria del castello, non amava realmente il marchese di Villeroi, ma un uomo che avrebbe sposato in segreto prima di lui…

Al castello Emily e l’anziana servitrice visitano gli appartamenti dove era vissuta e morta la marchesa e sembra loro di vedere il drappo che la aveva avvolta muoversi. Si diffondono al castello voci della presenza di fantasmi, per cui Ludovico si offre di risiedere nella zona “infestata” per una notte, al fine di smentire le credenze di molti abitanti della nobile dimora. Il mattino seguente non ci sarà più traccia di lui, motivo per cui il conte decide di ripetere l’esperimento con suo figlio Henri: i due ne rimangono scioccati, ma non ne viene esplicitato il motivo.

Emily viene a conoscenza della storia di suor Agnes, fatta entrare in convento dal padre in seguito alla scoperta da parte del marito della sua relazione extraconiugale con l’uomo da lei amato. Si osserva una strana somiglianza con la storia della marchesa nonché un’insolita somiglianza di suor Agnes con Emily.

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Infine la giovane prenderà possesso delle proprietà di sua zia nonché di La Valleé, anche se una certa tristezza per il mancato matrimonio con Valancourt getta un po’ d’ombra sul tanto sospirato ritorno a casa.

Il conte, la figlia ed altri durante un viaggio vengono a contatto con dei banditi, e sono salvati da Ludovico, del quale si scopre adesso la sorte.. Egli infatti era stato rapito da quei banditi che mediante un passaggio segreto avevano accesso al castello, nei cui sotterranei nascondevano la refurtiva. Anche il conte aveva visto una persona nella notte di sorveglianza al castello, ma aveva promesso di non raccontare nulla dell’accaduto.

Verso la fine del romanzo vengono chiariti tutti gli enigmi disseminati in esso: si scopre che suor Agnes era in realtà la proprietaria del castello di Udolpho, la signora Laurentini, che aveva rifiutato Montoni in quanto innamorata del marchese di Villarois. Quest’ultimo aveva a sua volta sposato la marchesa, che si scopre essere la sorella del padre di Emily. Il marchese, convinto che la moglie avesse un amante, su istigazione e con la complicità della sua amata italiana, la avvelena, pentendosi subito dopo. Anche la signora Laurentini si pente, entrando poi in convento come suor Agnes. La donna come si era capito  aveva momenti di follia e per alleviare il dolore andava di notte a suonare nei dintorni del convento, spiegando così le strane melodie udite anche al castello del conte. Inoltre il cadavere che Emily credeva di aver visto a Udolpho altro non era che una statua di cera.

Si viene inoltre a saper da un nobile che aveva condiviso la prigionia a Parigi con Valancourt che quest’ultimo, pur caduto nella rete della dissolutezza, non aveva però mai accettato denaro da nobildonne né aveva partecipato agli inganni dei giocatori d’azzardo, inoltre aveva fatto di tutto per aiutare il suo compagno di prigione e la sua famiglia .

Pertanto Emily perdonerà Valancourt decidendo di sposarlo e di vivere con lui principalmente a La Valleė, vendendo le proprietà di madame Cheron a Tolosa.

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LETTERATURA STRANIERA

“L’educazione sentimentale” di Gustave Flaubert

Un romanzo adatto a chi ama i classici e le atmosfere ottocentesche, nonché le storie d’amore romantiche ed epiche. La vicenda è incentrata sulle vicende sentimentali di Federico Moreau, un ragazzo trasferitosi a Parigi da una cittadina di provincia, ed è molto interessante perché si profila nell’evolversi della storia un triangolo amoroso. In questo prevale senza dubbio l’amore platonico per l’affascinante e casta madame Arnoux, già sposata ad un uomo di affari parigino.

La storia avrà lieto fine?

TRAMA DETTAGLIATA

Federico è un giovane orfano di padre che si trasferisce a Parigi per studiare giurisprudenza. Nel viaggio incontra un commerciante di arte, il signor Artaux, e si innamora perdutamente della moglie di lui, Marie. Tra alti e bassi Federico frequenta l’Università e sostiene gli esami, non mancando di entrare in contatto con la borghesia e la nobiltà francese. Lo sforzo di Federico è tutto teso, inoltre, a entrare in confidenza con la famiglia Artaux, per stare vicino a Marie, alla quale però non ha il coraggio di dichiararsi. Dopo la laurea Federico, di ritorno alla cittadina di origine, Nogent, scoprirà dalla madre che l’eredità dello zio non gli spetta. Dopo tre anni si scopre che invece Federico è stato nominato erede di una discreta fortuna e questo lo indurrà a trasferirsi nuovamente a Parigi. Sistematosi qui, intreccia nuovamente le relazioni di un tempo e torna a frequentare casa Artaux. I suoi amici lo introducono nel mondo delle donne di facili costumi: durante queste feste improntate al divertissment il protagonista conosce Rosanette, amante dello stesso Arnaux, e ne rimane colpito. La donna rappresenta la pulsione amorosa passionale, mentre Marie l’amore idealizzato ed etereo. Quest’ultima fa intendere al giovane di essere assolutamente contraria alle relazioni extraconiugali, scoraggiandolo così dal dichiararsi; l’infedeltà del marito non è dunque per la donna una spinta sufficiente per cedere ad alcuna avance.
Nel frattempo, sempre in nome dell’innamoramento per Marie, Federico aiuta il marito di lei, oberato dai debiti, e rischia di affrontare un duello per averlo difeso. Per aiutarlo gli presta la somma di 15.000 franchi, destinata in verità al progetto dell’amico giurista Deslaurier di aprire un giornale. Questi, per vendicarsi, si reca da madame Artoux ad esigere la somma per conto di Federico, dicendo alla donna che la ama, credendo di sostituirsi a Federico come amante di Marie, che ovviamente lo rifiuta. Le dice inoltre che Federico sta per sposarsi con la ricca Luisa Roque, una giovane di Nogent che Federico aveva educato da piccola. Federico ha combinato questo matrimonio per questione di interesse, tuttavia Luisa lo ama sinceramente.

Dopo qualche tempo il protagonista torna a Parigi da Nogent. In città scoprirà una madame Artaux gelosa non solo dell’imminente matrimonio ma anche del rapporto eventuale tra Rosanette e Federico. Questo promette a Marie che non si sposerà, perché ama solo lei, di un amore puro e disinteressato. Inizia tra I due un legame più stretto ed intimo, gli incontri si fanno frequenti ed emozionanti, benché non vi sia mai un contatto sensuale. Un giorno in cui i due avrebbero dovuto incontrarsi per una passeggiata purtroppo madame è trattenuta dalla malattia del figlio e non si presenta. Federico ne è amareggiato e deluso, al punto che si consola con Rosanette, che porta nel nido d’amore preparato per Marie. Con Rosanette consuma quella passione fisica sempre frustrata dall’altra donna. Nel frattempo vari e grandi rivolte si attuano a Parigi, ma Federico rimane piuttosto indifferente.
Inizia dunque la terza parte del romanzo.
Federico diventa amante di Rosanette, a cui chiede di smettere di vedere Arnaux, suo precedente amante. Prende parte più attiva ai moti del 1848, candidandosi come deputato. Inoltre porta Rosanette in villeggiatura a Fontainebleau da cui però torna a causa del ferimento di Dussardier.
A Parigi incontra Roque con la figlia durante un pranzo a casa Dambrouse; lì per combinazione incontra anche madame Arnoux a cui dice di averla sempre pensata, ma la donna lo accoglie freddamente, dubitando di lui. Durante il pranzo si viene anche a sapere che Federico ha pagato il ritratto per Rosanette e questo lo mette in ulteriore cattiva luce rispetto alle donne innamorate di lui. A Luisa Federico spiega di voler rimandare il matrimonio, adducendo scuse. La giovane provinciale gli sembra tutto sommato ridicola e poco attraente. Luisa prova ad andarlo a trovare di sera a casa sua, ma apprende sgomenta che lui non dorme a casa da tre mesi.

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Federico decide di incontrare madame Arnoux: i due si chiariscono sul mancato appuntamento e lui confessa di esser diventato amante di Rosanette per la disperazione di non poter avere lei. Mentre Marie e Federico si lasciano andare ad un bacio la porta si apre ed entra Rosanette, che era venuta a riscuotere un credito dal sig Arnaux. Federico capisce che ormai la situazione con Marie è perduta, anche perché, scopre, Rosanette è incinta. Lui riesce a vedere tutti i difetti della donna e tutte le sere esce per andare a trovare madame Dambrouse, che gli sembra più piacevole e interessante. Ben presto ne diventa l’amante, trascurando Rosanette che dal canto suo non smette con i suoi incontri finalizzati ad ottenere denaro. Federico ha una relazione con entrambe le donne, avendo però sempre in mente madame Arnoux, costretta alla fuga col marito a causa dei guai giudiziari ed economici di lui.

Nemmeno la morte del figlioletto avuto da Rosanette commuove davvero Federico, che infine lascia entrambe le amanti, essendo incapace di amarle davvero e avendo sempre la convinzione di aver sempre voluto solo Marie. Molti anni dopo lei gli farà visita e il loro incontro sarà commovente, ma non si esaurirà mai in un atto fisico.

COMMENTO

Il romanzo ha la caratteristica cifra di Flaubert, ovvero la presenza di descrizioni dettagliatissime che danno un’idea di veridicità dell’ambiente in cui si svolge la vicenda. Molto precise sono anche le raffigurazioni degli scambi dialogici e delle azioni compiute da tutti i personaggi, anche se secondari. Questa dovizia di dettagli è forse un po’ distraente rispetto alla vicenda del protagonista, attorniato da miriadi di altre figure che parlano di lui e con lui.

Il titolo è coerente con il contenuto: Federico infatti cresce e impara qualcosa dalle sue esperienze amorose, anche se non sembra trarre un vero frutto da questi insegnamenti.

La vita di Federico scorre infatti tra ricerche e relazioni, ma sembra alla fine sempre deludente: il personaggio non trova mai una soddisfazione concreta e reale, come se la felicità fosse in fondo solo una chimera irraggiungibile.

Probabilmente il romanzo ci insegna che l’amore platonico non può avere una fine lieta, è troppo idealizzato e può vivere, dunque, solo nel mondo delle idee: la realtà è al contrario più prosaica, ed è necessario fare i conti anche con l’aspetto sensuale delle relazioni.

LETTERATURA STRANIERA

“I dolori del giovane Werther” di Goethe

I dolori del giovane Werther è un romanzo epistolare dello scrittore tedesco Johann Wolfgang Goethe, in cui il protagonista racconta la propria storia attraverso le lettere che invia all’amico Guglielmo. Le vicende prendono forma perciò grazie al ritmo serrato delle missive, datate 1771; ad un tratto la narrazione in prima persona è interrotta per lasciare spazio alle parole dell’editore, che chiariscono gli eventi conclusivi dell’intreccio.

Come emerge dal titolo, i protagonisti dell’opera sono Werther, la sua giovinezza e i suoi dolori. Tutto ruota intorno al giovane, che dà puntuale rappresentazione di se stesso e del mondo circostante; gli altri personaggi esistono in relazione a lui, e nel modo in cui egli crede che esistano. Fin dal primo incontro con la protagonista femminile, Carlotta, Werther rimane affascinato: le attribuisce ben presto qualità lodevoli, ovvero semplicità, intelligenza, bontà, carattere e solerzia. La idealizza e la ama in modo totalizzante, tuttavia l’amore non può essere dichiarato, né tantomeno ricambiato alla luce del sole: Carlotta è infatti promessa sposa ad Alberto, di cui Werther diverrà amico. Il sogno di possedere l’oggetto del proprio desiderio si scontra quindi con la realtà: l’incapacità di adattarsi agli eventi esterni, a causa della forza assoluta del proprio sentire, condurrà il protagonista ad un’estrema decisione.

Definirei quella di Werther la vicenda romantica di sentimenti mai ricondotti al lume della ragione. In più punti del testo epistolare il giovane dissemina la sua filosofia di vita, anarchica ed emotiva; essa emerge ad esempio nel discorso relativo all’arte: un artista che segue le regole, pur producendo qualcosa di non brutto, tuttavia distrugge il sentimento della natura.

Si ridimensiona così non solo il valore di leggi e regole, che sono certo frutto della ragione, ma persino quello della conoscenza: ciò che Werther sa, chiunque lo può imparare, ma solo lui possiede il suo cuore.

El Beso (Pinacoteca de Brera, Milán, 1859).jpg

Francesco Hayez, Il bacio, 1859, Milano, Pinacoteca di Brera.