LETTERATURA ITALIANA, LETTERATURA UMANISTICA E RINASCIMENTALE

“Golpe” e “lione”: il buon principe secondo Machiavelli

Fedeltà e lealtà sono virtù lodevoli? L’integrità, la pietà, l’umanità sono necessarie a chi governa?

Nel capitolo XVIII de “Il Principe”, trattato storico-politico scritto nel 1513, Machiavelli ci racconta il suo punto di vista basandosi sulla propria esperienza di cancelliere della Repubblica fiorentina.

Ecco quali sono in sintesi i punti che emergono dalla sua trattazione:

Il principe - Wikipedia
Di Niccolò Machiavelli – BNCF, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=11844670

QUOMODO FIDES A PRINCIPIBUS SIT SERVANDA (IN CHE MISURA I PRINCIPI DEBBANO MANTENERE LA PAROLA DATA)

  1. Sempre auspicabile per un principe è mantenere la “fede”, ovvero essere leale rispetto alla parola data. Tuttavia per esperienza si vede come sia stato più proficuo per i principi agire con l’astuzia, ovvero in malafede, piuttosto che tener conto delle promesse fatte.
  2. Ci sono due modi di combattere: uno con le leggi, tipicamente umano, l’altro con la forza, che è proprio delle bestie. Ma quando l’uomo non riesce ad osservare il primo, deve ricorrere al secondo. Entrambe le nature, quella umana e quella bestiale, sono necessarie. Molti scrittori antichi dicono che Achille e altri principi furono affidati alle cure del centauro Chirone, metà uomo e metà cavallo: ciò evidenzia la necessità della parte animalesca insita nell’uomo.
  3. Per quanto riguarda la bestia, è opportuno prendere spunto dalle caratteristiche della volpe e del leone. Il leone spaventa i lupi con la forza, mentre la volpe sa divincolarsi dai lacci con l’astuzia. La forza senza l’astuzia non ha la medesima efficacia. Non vi è necessità di mantenere la parola data qualora vengano meno le condizioni iniziali: questo perché l’uomo è sleale di natura e malvagio, quindi non osserverebbe i patti, per cui è utile che anche il principe li violi ove necessario. Essere astuti è importante e anche saper fingere bene e mascherare l’astuzia stessa: è infatti facile ingannare gli uomini, spesso molto ingenui.
  4. Alessandro VI fu sempre abile e capace nell’ingannare il prossimo.
  5. Il principe non deve avere tutte le qualità positive, ma deve sembrare che le abbia. Anzi è opportuno che non abbia affatto alcune qualità, ad esempio non deve essere davvero pietoso, fedele, umano, onesto, religioso, ma deve solo sembrarlo. Il principe può agire contro la fede, la carità, l’umanità, la religione, qualora vi sia necessità, in base agli eventi.
  6. Il principe deve sembrare tutto pietà, tutto fede, tutto integrità, tutto umanità, tutto religione. Gli uomini si fermano all’apparenza e pochi “sentono” quello che si è davvero. Il dovere del principe è mantenere lo Stato: ogni mezzo per arrivare a questo fine è onorevole e lodevole.

QUESTIONI DI STILE

Il testo di Machiavelli è molto preciso e concreto, doveva infatti essere immediatamente comprensibile e fruibile dal lettore. Per cui gli aspetti teorici vengono messi da parte per focalizzarsi maggiormente sull’esperienza pratica, che è una maestra sicura nel campo politico. Per questo l’autore usa strategie stilistiche fortemente incisive:

  • Appello ai lettori con il “voi”, al principe con il “tu”
  • L’uso di metafore tratte dal mondo animale
  • Frasi brevi e sentenziose
  • Uso di imperativi e congiuntivi esortativi
  • Uso di espressioni di necessità, bisogno ecc. (“è necessario”, “bisogna”, “si deve”)
  • Presenza di congiunzioni con valore conclusivo (“dunque”, “pertanto”, “però” con valore di “perciò”)

IL RIFERIMENTO AGLI ANIMALI

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In verità il riferimento alla volpe e al leone è presente già in Cicerone nel De officiis, solo che l’inganno e la forza non vengono viste in positivo nel filosofo classico. 

In Dante la volpe assume valenza simbolica, allude alle eresie nel Purgatorio, e il simbolo è appunto negativo; anche i Centauri nell’Inferno hanno qualcosa di demoniaco e la loro natura non viene apprezzata.

Al contrario in Machiavelli il lato animalesco è insito nell’uomo ed è indispensabile al principe quando debba proteggere lo Stato.

Di Pearson Scott Foresman – Archives of Pearson Scott Foresman, donated to the Wikimedia Foundation, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=2568365

LA MORALE

Machiavelli non nega che esista il bene, ma afferma che a volte sia necessario prescindere da esso. L’autore considera la verità effettuale delle cose, invece di soffermarsi su come dovrebbero essere; è consapevole del valore morale del bene, ma si limita a constatare che talvolta è necessario sacrificarlo in nome del mantenimento della pace e della stabilità politica.

Questa lezione potrebbe essere valida anche oggi?

Testo integrale de “Il Principe”: https://it.wikisource.org/wiki/Il_Principe

STORIA ANTICA

Caratteri e meraviglie dell’età ellenistica

•Età ellenistica: 323 a.C – 31 a.C

Il termine “ellenismo” indica la fase successiva alla morte di Alessandro Magno. E’ stato coniato dallo storico J. Droysen. In greco ‛Ελλάς, cioè Ellas/Ellade, è la terra degli Elleni (“Ελληνες).

Nella fase ellenistica si assiste alla diffusione della cultura e della lingua greca nei territori dell’impero creato dal sovrano macedone Alessandro Magno. I successori dell’imperatore divisero l’impero in tanti regni.

I regni ellenistici

Caratteri dei regni ellenistici

  • TERRITORIO: Regni formatisi sui territori dell’ex impero di Alessandro.
  • ISTITUZIONI: Monarchie coadiuvate da funzionari Greci e Macedoni.
  • POLITICA ESTERA: Ogni stato difende la propria indipendenza.
  • ECONOMIA: Frequenti scambi commerciali, aumento della circolazione monetaria; i sovrani controllano la produzione e le esportazioni dei beni. Notevole pressione fiscale. Impoverimento delle masse contadine. Distribuzioni gratuite di cibo da parte dei re.
  • SOCIETÀ: Multietnica, classe dirigente formata da Greci.
  • RELIGIONE E CULTURA: Politeismo con influsso delle religioni orientali; la religione si riduce a una dimensione personale e interiore.
  • LINGUA: Greco come lingua ufficiale  di commercianti e funzionari.

Il greco

La riorganizzazione del potere e degli Stati nell’area greco-orientale ebbe conseguenze sul piano culturale; il greco divenne la lingua comune (koinè) della classe dirigente, dei commercianti, degli uomini di cultura, una lingua ufficiale e universale parlata dal Mediterraneo all’Oriente.

La diffusione del greco omogeneizzò i popoli e facilitò la comunicazione; le aristocrazie orientali si interessarono alla cultura filosofica e letteraria della Grecia classica. I Greci vennero influenzati dall’incontro con le civiltà orientali, in ambito sia politico sia religioso.

Il faro di Alessandria

Fu il re Tolomeo I a farlo innalzare su una piccola isola, Pharos, situata davanti al porto di Alessandria d’Egitto. I lavori durarono vent’anni, e nel 280 a.C. fu inaugurato il primo faro della storia: il Faro di Alessandria.

Con i suoi 130 metri d’altezza, il Faro di Alessandria era l’edificio più alto del mondo dopo le piramidi. Alla sommità un grande fuoco, potenziato da un gioco di specchi, poteva essere visto dalle navi in arrivo fino a 55 km di distanza.

La biblioteca di Alessandria d’Egitto

I sovrani diedero impulso e sostegno alla ricerca in tutti i campi scientifici. Ad Alessandria il re Tolomeo II Filadelfo fondò il Museo (280 a.C), un edificio in onore delle Muse dove giunsero letterati, filosofi, artisti e scienziati da ogni parte del continente. Nel museo vi era una grande Biblioteca, che contenne fino a 700,000 volumi e offrì una sistemazione dei testi greci e una classificazione dei saperi per soggetto.

Vi fu una notevole diffusione del libro, quindi alla cultura orale si sostituì la scrittura: il testo e la parola della poesia divennero più ricercati, rivolti a cultori raffinati della materia.

La nuova biblioteca

La nuova biblioteca di Alessandria

Inaugurata nel 2002, si tratta di un edificio la cui forma sembra un enorme cilindro inclinato verso il mare. Su 85,000 metri quadrati si trovano sale di consultazione, un istituto per la consultazione e il restauro dei libri antichi, una biblioteca per l’infanzia, un museo della scienza, una scuola d’informatica e 600 computer con cui si può accedere in formato digitale ai testi antichi.

La filologia; la traduzione della Bibbia

L’attenzione al testo scritto spinse i grammatici alessandrini ad approfondire le conoscenze sulle opere del passato; ebbe origine la filologia, la disciplina che ricostruisce e commenta i testi scritti dal punto di vista linguistico. Ad Alessandria vennero tradotti i libri dell’Antico Testamento in greco, garantendo la diffusione dell’ebraismo in tutta l’area greco-orientale. La traduzione fu realizzata dai «Settanta», ovvero 70 dotti ebrei incaricati della traduzione per conto del sovrano Tolomeo II. I testi venivano redatti su rotoli di papiro fino al I secolo a.C, quando poi venne usata la pelle di animale sbiancata (questa tecnica sarebbe nata a Pergamo, da lì il termine pergamena).

Individualismo e religione

Sul piano religioso i sentimenti e le paure individuali, le ansie procurate dagli interrogativi sulla morte o sulla vita spinsero alla ricerca di nuove esperienze. Il rapporto col divino divenne più privato e personale, slegato dalla dimensione ufficiale e civica della tradizione greca; alcuni trovarono risposta nella magia, nell’astrologia e nelle religioni orientali, in una mescolanza di pratiche religiose.

Si parla di sincretismo religioso: si individuarono aspetti comuni in culti diversi, sia greci sia orientali, e si arrivò ad unificarli; ad esempio si fusero il culto di Demetra e quello di Iside.

Macchine stupefacenti

Nell’ambito della poliorcètica, ovvero l’arte di espugnare le città, furono inventate nuove armi, tra cui la helèpolis, ovvero la «macchina conquistatrice di una città», un’enorme torre alta 40 metri e montata su una piattaforma mobile. Occorrevano 3000 uomini per manovrarla. Furono inventate e realizzate varie armi, come la catapulta o arieti giganteschi.

Hèlepolis
catapulta - Wikizionario
Copia di antica catapulta –
CC BY-SA 3.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=219437

Bibliografia:

AA.VV., La tela di Penelope 1, Editrice La scuola, 2020.

Bettini, Lentano, Puliga, Il fattore umano 1, Edizioni scolastiche Bruno Mondadori, 2015.