Citazione:
“E come può diventare una donna, se i parenti la danno, ignara, debole e incompleta, a un uomo che non la riceve come una sua uguale; ne usa come d’un oggetto di proprietà; le dà dei figli coi quali l’abbandona sola, mentr’egli compie i suoi doveri sociali, affinché continui a baloccarsi come nell’infanzia? Dacché avevo letto uno studio sul movimento femminile in Inghilterra e Scandinavia, queste riflessioni si sviluppavano nel mio cervello con insistenza”.
Struttura e contenuto dell’opera
- L’opera è divisa in 3 parti, che rappresentano la vita dell’autrice;
- la figura del padre, di ispirazione per la giovane, sarà poi deludente in quanto sostanzialmente abbandona la famiglia per un’altra donna
- La scrittura, nutrita grazie alle letture, rappresenta per la protagonista un elemento di riscatto
- Il titolo rimanda a una vicenda che vuole essere esemplare, non specifica di una persona. Sono assenti i nomi propri per lo stesso motivo
- i dialoghi sono poco presenti, non appaiono molte descrizioni approfondite
- Il narratore-protagonista è interno e racconta in flash-back la vicenda di una crisi di identità

Buoni motivi per leggere “Una vita”
- Si tratta del primo testo femminista della nostra letteratura
- Finalmente la donna non è più vista come proprietà dell’uomo: l’auspicio è quello di affermare le proprie capacità personali e i propri desideri, in sintesi la propria identità
- Una donna non è un’opera narrativa tradizionale, rappresenta una sorta di romanzo di formazione in cui la protagonista si libera delle prigioni familiari e si ribella al proprio ruolo tradizionale di madre e moglie
- La scrittura è semplice, basata su un’alternanza di narrazione e riflessione; in particolare vi sono riflessioni su temi cari alla protagonista e analisi di carattere psicologico
- la struttura non è realistica, ha similitudini con i romanzi di Pirandello e Svevo
- lo stile è ricco di metafore, similitudini, anafore, interrogative retoriche ed esclamazioni. Sembra una prosa quasi poetica.
Considerazioni di contesto
Nel 1946 ha inizio un nuovo periodo importante per le donne italiane, grazie al riconoscimento dei diritti politici, ma l’Italia è comunque di nuovo in ritardo rispetto ad alcuni altri paesi come ad esempio l’Inghilterra dove “la donna gode della piena capacità giuridica in materia di contratti e di beni” già a partire dal 1870. È soprattutto negli anni Sessanta però, con il baby boom, che i grandi movimenti di emancipazione femminile nascono e si estendono in Italia. Nonostante il ritardo storico complessivo dell’Italia rispetto all’Inghilterra, la Aleramo è comunque in anticipo poiché il romanzo Una donna risale ai primi del 1900. La maggior parte dei testi femministi inglesi, come A room of one’s own e Three Guineas di Virginia Woolf risalgono agli anni Venti e Trenta. Negli anni Settanta la concezione del matrimonio cambia, modificando l’idea del marito come capofamiglia e cancellando la concezione di una relazione impari tra i coniugi. La relazione paritaria guadagna terreno e l’uguaglianza della donna si afferma, cosicché il ruolo della donna non è più soltanto ristretto alla maternità e al governo di casa, ma si estende anche a ruoli nuovi.
Bibliografia
S. Aleramo, Una donna, Milano, Feltrinelli, 2013
M. Colonna, L. Costa, Le voci delle donne, La scrittura femminile nel Novecento, Milano, Paravia, 2021
Lara Dierickx, Una Donna di Sibilla Aleramo. La presenza di prototipi femminili nella prima letteratura femminista italiana, tesi di laurea, facoltà di Gent, a.a 2014/2015